La speranza animata da una certezza
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
L’attesa che caratterizza il tempo di Avvento è carica di speranza, tema al centro del Giubileo. La nota parabola delle vergini sagge e stolte raccontata da Gesù e riportata dal capitolo 25 del Vangelo di Matteo ci introduce al tempo liturgico di preparazione al Natale del Signore:
«Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora». (Mt 25, 1-13)
Immagini su più livelli
A questa pagina del Nuovo Testamento sono dedicate le incisioni di Camillo Cungi tratte dal volume di padre Bartolomeo Ricci, Considerationi sopra tutta la vita di N.S. Giesu Christo, pubblicato a Roma da Bartolomeo Zanetti nel 1610. Nel libro, custodito nella Biblioteca Apostolica Vaticana e dedicato a monsignor Marcantonio Tani, cameriere di Paolo V, la parabola evangelica delle dieci Vergini è articolata in diverse immagini che si sviluppano su più livelli.
Le lettere dell’alfabeto
Ogni scena è identificata con una lettera dell’alfabeto. La lettera A guida al momento in cui le vergini si mettono a dormire, la B a quello in cui le donne prudenti, preparate le lampade, escono per incontrare lo sposo; la lettera C introduce al momento in cui le vergini stolte chiedono l’olio, saranno però costrette ad andare a comprarlo; intanto, giunto lo sposo (D), solo le vergini sagge sono ammesse alle nozze e la porta viene chiusa (E). Una volta tornate, le donne stolte bussano, ma lo sposo risponde loro di non conoscerle (F).
Camillo Cungi
L’autore delle incisioni è Camillo Cungi o Congio, originario di Borgo Sansepolcro e vissuto circa tra il 1570 e il 1649. Stilisticamente legato alla scuola dei Carracci, nella prima metà del Seicento è stato uno dei più ricercati incisori di traduzione: artisti che reinterpretavano il linguaggio pittorico o scultoreo in un'espressione grafica. Era infatti nota la sua straordinaria abilità bulinistica. Oltre a frontespizi e soggetti sacri realizzati su invenzione di artisti diversi, come Antonio Tempesta, Giovanni Lanfranco e Pietro Berrettini, incise dai disegni di Bernardo Castelli la maggior parte delle illustrazioni della Gerusalemme liberata e da Guido Abbatini il frontespizio dell’opera di Girolamo Teti Aedes Barberinae pubblicata a Roma nel 1642. A Camillo Cungi sono inoltre attribuiti i modelli di scrittura incisi in De caratteri di Leopardo Antonozzi del 1638.
(Benedetto XVI, Vespri per l’inizio dell’Avvento, 28 novembre 2009)
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