La vita ha valore nel donarla
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
A sostenere il nostro cammino verso il Natale, in questa terza settimana di Avvento, è ancora una volta un’incisione seicentesca di Camillo Cungi. Raffigura la prigionia di san Giovanni Battista.
La decapitazione del Battista nel Vangelo
Racconta l’evangelista Marco (Mc 6, 17-29): «In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello. Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò. E le giurò più volte: Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno. Ella uscì e disse alla madre: Che cosa devo chiedere?. Quella rispose: La testa di Giovanni il Battista. E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista. Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro».
La narrazione attraverso le immagini
Questa pagina del racconto evangelico è oggetto del capitolo XXIII dell’opera Considerationi sopra tutta la vita di N.S. Giesu Christo, scritta da padre Bartolomeo Zanetti a Roma nel 1610. Un esemplare è conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Il volume è dedicato a monsignor Marcantonio Tani.
L’artista suddivide la composizione in tre scene diverse identificate dalle lettere A-C. La A e la C sono invertite rispetto alla spiegazione nel testo. Erode aveva fatto arrestare e gettare in prigione Giovanni (A) a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. La scena B in primo piano mostra il Battista che più volte aveva ammonito il re sulla illegittimità del suo rapporto con la donna. Parole che suscitano l’odio di Erodìade: desidera la morte di Giovanni (C).
Camillo Cungi
Camillo Cungi o Congio, originario di Borgo Sansepolcro, visse tra il 1570 e il 1649. Stilisticamente legato alla scuola dei Carracci, è stato uno dei più ricercati incisori di traduzione della prima metà del Seicento. Era infatti nota la sua straordinaria abilità bulinistica. Oltre a frontespizi e soggetti sacri realizzati su invenzione di artisti diversi, come Antonio Tempesta, Giovanni Lanfranco e Pietro Berrettini, incise dai disegni di Bernardo Castelli la maggior parte delle illustrazioni della Gerusalemme liberata e da Guido Abbatini il frontespizio dell’opera di Girolamo Teti Aedes Barberinae pubblicata a Roma nel 1642. A Camillo Cungi sono inoltre attribuiti i modelli di scrittura incisi in De caratteri di Leopardo Antonozzi del 1638.
Papa Francesco - Omelia da Santa Marta, 8 febbraio 2019)
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