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Il sostegno di Aiuto alla Chiesa che soffre Il sostegno di Aiuto alla Chiesa che soffre

Aiuto alla Chiesa che Soffre: al fianco di cristiani perseguitati e vittime di guerre

La fondazione pontificia porta avanti progetti di solidarietà in Ucraina e Terra Santa, ma anche Siria, Libano, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo. Don Jan Witold Żelazny, direttore della sezione polacca: "non possiamo lasciare queste persone senza sostegno"

Don Paweł Rytel-Andrianik e Karol Darmoros – Città del Vaticano

Terra Santa e Ucraina, ma anche Siria, Libano, Nigeria e Repubblica Democratica del Congo. Il raggio d’azione dei progetti portati avanti dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre si estende ai diversi angoli della Terra per sostenere i cristiani perseguitati e le vittime di conflitti. Di tali iniziative si fa portavoce la sezione polacca della realtà nata nel primo dopoguerra, come racconta ai media vaticani il direttore, don Jan Witold Żelazny.

Ricostruire le comunità cristiane

"Vogliamo essere nei luoghi in cui Aiuto alla Chiesa che Soffre ha già operato. Non possiamo lasciare queste persone senza sostegno", ha affermato don Żelazny. I rappresentanti della fondazione pontificia stanno pianificando un viaggio in Siria e Libano, dove la fondazione da anni sta ricostruendo le comunità cristiane. Il 10 ottobre, i rappresentanti della fondazione pontificia sono stati ricevuti in udienza da Papa Leone XIV, che nel suo discorso ha rimarcato l'importanza di promuovere la libertà religiosa e ha ringraziato Aiuto alla Chiesa che Soffre per il suo coinvolgimento in tal senso.

Le attività in RDC e Nigeria

Tra i progetti in corso d'opera della fondazione pontificia, ne figurano diversi in Repubblica Democratica del Congo e Nigeria. "Questi sono luoghi in cui le persone soffrono a causa della violenza e lottano per le risorse naturali: la maledizione e la benedizione di questa terra. La nostra Giornata della Solidarietà in Polonia sarà dedicata proprio alla Nigeria", ha annunciato don Żelazny. Tra gli altri sarà presente il vescovo John Bakeni, presule che è stato minacciato di morte per la sua fede in Cristo.

Il sostegno in Terra Santa e Ucraina

Aiuto alla Chiesa che Soffre è presente anche a Betlemme, dove i suoi volontari aiutano le suore elisabettiane a prendersi cura dei bambini colpiti dal trauma della guerra. "Senza questo aiuto, il cristianesimo in Medio Oriente sarà distrutto", ha ammesso il direttore della sezione polacca della fondazione pontificia. Gli aiuti giungono anche in Ucraina, principalmente a Odessa e nell'area circostante, nonostante il pericolo ancora sia reale. "Nelle nostre attività mettiamo in atto l'insegnamento della Chiesa, compreso quello contenuto nell'Esortazione apostolica Dilexi te sull'amore verso i poveri, pubblicata di recente", ha sottolineato don Żelazny.

Rianimare i conventi polacchi

La fondazione pontificia sostiene anche un progetto in Polonia. Si tratta di un aiuto ai monasteri di clausura che hanno perso le loro proprietà nel Paese. "Continuiamo a sostenere i conventi che non hanno fonti di sostentamento. Le suore dicono che si tratta di somme molto consistenti che sono di grande aiuto", ha affermato don Żelazny, che ha puntalizzato come ogni cifra sia erogata in maniera coscienziosa e affidabile. 

La solidarietà di Aiuto alla Chiesa che soffre verso i monasteri di clausura polacchi
La solidarietà di Aiuto alla Chiesa che soffre verso i monasteri di clausura polacchi

La formazione di sacerdoti in Africa e Asia

Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene anche la formazione del clero proveniente dall'Africa e dall'Asia. "In Camerun, il vescovo mi ha detto: 'Per favore mi dia 600 euro in più, abbiamo un altro seminarista'. Noi ci lamentiamo della mancanza di vocazioni e, al contempo, lui ci comunica che il numero di coloro che accetta in seminario dipende dall'ammontare del nostro sostegno. Questo mostra perché è così importante il tema della formazione dei sacerdoti sia sul posto che nel nostro Paese", ha sottolineato don Żelazny.

Un messaggio che impegna

Durante l'incontro in Vaticano, Leone XIV ha ricordato che l'attività di Aiuto alla Chiesa che Soffre è nata dall'esperienza della seconda guerra mondiale. Si tratta di aiutare a "ricucire le ferite e tendere la mano alla pace". È da questo atteggiamento che è nata la Fondazione Perdono, una realtà "che non solo aiuta nella povertà, ma insegna anche il perdono", ha sintetizzato don Żelazny.

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14 ottobre 2025, 10:30