Cavalieri di Colombo: con Leone XIV rafforziamo la fede e la solidarietà
Don Paweł Rytel-Andrianik e Wojciech Rogacin – Città del Vaticano
“È stato un incontro meraviglioso in cui abbiamo potuto esprimere il nostro ringraziamento e dirgli ciò che significa per noi. Siamo onorati che abbia espresso gratitudine ai Cavalieri di Colombo e alle opere che facciamo per sostenere la Chiesa, per sostenere la Santa Sede e la vita umana”. Così Patrick E. Kelly, cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo, descrive così l’udienza dello scorso 6 ottobre di Papa Leone XIV al consiglio di amministrazione della organizzazione cattolica statunitense. È stata la prima udienza del Consiglio dei Cavalieri con il Pontefice statunitense; la seconda, invece, per Kelly. Che, ai media vaticani, si dice commosso per l’incontro con il primo Papa americano della storia: “È stata una sensazione incredibile avere un Papa che è cresciuto a poche centinaia di chilometri da te. Forse è il modo in cui i polacchi si sono sentiti con Giovanni Paolo II. Papa Leone è cresciuto a Chicago, e io sono stato a Chicago molte volte e sono cresciuto nel Midwest”.
In generale, afferma il cavaliere supremo, l’elezione di Leone XIV è stato un momento meraviglioso per tutta la Chiesa: “Penso che sia un momento molto emozionante per tutta la Chiesa perché Papa Leone, sì, è nato negli Stati Uniti ma in realtà è il Papa per il mondo intero. Ha il cuore di un missionario, un cuore per i poveri; è davvero il Papa per tutti, ed è meraviglioso”.
Le famiglie accolte da Leone XIV
Patrick Kelly si fa portavoce pure dei membri del Consiglio dei Cavalieri di Colombo e dei loro sentimenti per questo incontro ravvicinato con il Pontefice. “Per me, è stato molto toccante che i membri del nostro consiglio abbiano potuto portare le loro famiglie e che tutti abbiano potuto salutare il Santo Padre. Ha salutato tutti e ci ha concesso molto tempo. Gli siamo molto, molto grati”.
Epidemia di solitudine
Con il Papa, Patrick Kelly a nome dei Cavalieri di Colombo ha parlato del fatto che, in quest’epoca, “gli uomini spesso si sentono alienati e isolati” e che “i Cavalieri di Colombo possono fare così tanto, davvero, per riunire gli uomini: uomini che la pensano allo stesso modo e che hanno un cuore per la Chiesa e che possono affrontare quell'epidemia di solitudine di cui abbiamo parlato così tanto. Papa Leone è stato molto eloquente su questo”.
Profetto di solidarietà
Al Pontefice è stato presentato pure un nuovo programma recentemente introdotto dai Cavalieri di Colombo chiamato Cor, che si concentra sulla formazione alla fede degli uomini e sulla condivisione di quella fede con il prossimo. “Riuniamo gli uomini in un’atmosfera di fiducia, in un’atmosfera di fede. E forniamo i materiali che possono leggere e studiare e poi riunirsi e parlare di questioni molto importanti. Ovviamente, è formazione alla fede, ma è anche più di questo... È un incontro personale l'uno l'altro, ma anche con Gesù Cristo”, spiega Kelly.
Cor, iniziata su piccola scala, conta ora oltre 5 mila consigli impegnati nel progetto. “Penso che i Cavalieri di Colombo saranno sempre più visti come un modo per gli uomini di ritrovarsi. E penso che questo porterà naturalmente alla crescita della nostra organizzazione”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui