7 ottobre 2023, l'attacco terroristico di Hamas contro Israele
Roberto Paglialonga - Città del Vaticano
Sono le 6.29 del mattino. In Israele sta per iniziare la festa di “Simchat Torah”, al termine della settimana di “Sukkot”. Per gli ebrei una solennità molto importante. Nel silenzio del giorno che dà l’avvio allo shabbat, le sirene di allarme prendono a risuonare nel centro e nel sud di Israele. Il rumore invade i cieli a Be’er Sheva, Gerusalemme, Rehovot, Rishon LeZion e nella base aerea di Palmachim.
Alba di sabato 7 ottobre: una selva di razzi su Israele
Attacchi ai kibbutz: uccisi anche bambini, anziani e bambini
Il massacro a Kfar Aza
L'assalto al Nova Festival
Viene preso di mira anche il Nova Festival, una manifestazione musicale che si svolge nei pressi del kibbutz di Reim, nel Negev. Vi partecipano circa 3.000 giovani, accorsi per ballare e divertirsi. I miliziani inseguono e accerchiamo la folla che fugge scompostamente: in 364 vengono trucidati, mentre 44 rapiti e portati nella Striscia. Intanto un attacco anfibio è portato a Zikim, sulla costa, viene attaccata la base militare Bahat 4 e conquistata quella di Nahal Oz.
Operazione Diluvio di Al-Aqsa: quasi 1.200 morti e 251 rapiti
Mohammed Deif, comandante dell’ala armata di Hamas, le Brigate Izz ad-Din al-Qassam, dichiara in un messaggio registrato che l’attacco è la risposta alla «profanazione della moschea di al-Aqsa» da parte delle forze israeliane, e alle violenze perpetrate nei campi dei rifugiati in Cisgiordania. Siamo a 50 anni dallo scoppio della cosiddetta guerra dello Yom Kippur. E Hamas, assieme alla Jihad islamica, ha appena lanciato un attacco terroristico contro Israele: è l’ “Operazione Diluvio di Al-Aqsa”. Al termine il bilancio è spaventoso: 1.200 i morti, centinaia i feriti, 251 le persone sequestrate e portate nei tunnel di Gaza. Tra queste anche donne, anziani, bambini.
Netanyahu: siamo in guerra
La sicurezza di Israele è minata nelle sue fondamenta. È il suo giorno più lungo. Il premier, Benjamin Netanyahu, dichiara immediatamente lo stato di guerra, ordina la mobilitazione di migliaia di riservisti e avvia la controffensiva militare, sotto il nome di “Operazione Spade di ferro”. Inizia il conflitto che dura da due anni.
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