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Trento apre le porte con "Autumnus, i frutti della terra"

Un viaggio nella cultura del cibo e nelle radici di una comunità che guarda lontano. Si è concluso il 19 ottobre il festival giunto alla quinta edizione, che ha animato il capoluogo trentino con sapori, incontri e racconti condivisi sul valore della terra e su un dialogo aperto al mondo

Maria Milvia Morciano – Trento

L’etimologia della parola entusiasmo viene dal greco en theòs, “avere Dio dentro”. È un’immagine che descrive bene Autumnus – I frutti della terra, il festival che anima il centro di Trento trasformandolo in un crocevia di esperienze, profumi e linguaggi. Promosso dalla Pro loco del centro storico, l’evento “valorizza e promuove le eccellenze enogastronomiche del territorio e dà risalto alla bellezza e alla varietà dei prodotti delle nostre zone”. Un festival della conoscenza e del gusto, dove la convivialità diventa linguaggio culturale, il cibo strumento di incontro e la città stessa una tavola aperta.

Open Doors in "Autumnus"
Open Doors in "Autumnus"

La visione: inclusiva, sperimentale, condivisa

Marco Lazzeri, presidente della Pro loco centro storico di Trento, racconta la genesi e la crescita del progetto: “Autumnus è nato come contenitore di quelle che sono le specificità del nostro territorio e quindi anche le eccellenze, però in una visione molto diversa da quella tradizionale”. L’idea è quella di un festival aperto e accessibile, dove la sperimentazione incontra il rispetto per la tradizione. “Vedere uno chef francese cucinare il salmerino, pesce di acqua dolce tipico della zona, può sorprendere, ma fa anche capire che ci si può far affascinare da mondi e visioni diverse da quelle che sono le nostre”, spiega Lazzeri. Il confronto, sottolinea, “fa crescere tutti”.

Chef ad "Autumnus"
Chef ad "Autumnus"
Ascolta l'intervista a Marco Lazzeri, presidente della Pro loco centro storico di Trento

Autumnus unisce arte e scienza grazie alla collaborazione con istituzioni come il Muse, la Fondazione Edmund Mach e il Mart, in un dialogo che attraversa saperi e sensibilità. Dai laboratori per i panificatori, dove “i bambini mettono le mani in pasta”, alle degustazioni con i migliori sommelier d’Italia, il festival crea relazioni vive e durature. “Qui non c’è solo commercio, ma la storia degli agricoltori che vengono in piazza orgogliosi del proprio prodotto”, aggiunge Lazzeri. 

Piazza Duomo in "Autumnus"
Piazza Duomo in "Autumnus"

Cibo, arte, spiritualità

Tra gli spazi simbolici del festival, piazza Duomo ha accolto la mostra Open Doors, curata da Lia e Marianna Beltrami, dedicata al tema dell’apertura come valore condiviso. “È nato tutto come un colpo di fulmine - racconta Lazzeri - da cui sono scaturite tante idee e collaborazioni”.  In piazza Duomo, oltre a Open Doors sono state esposte anche le fotografie di giovani artisti emergenti, parte dell’Earth Partner Prize, già presentato nel Borgo Laudato si’.

Ascolta l'intervista a Lia Beltrami

L’apertura come messaggio

Lia Beltrami approfondisce: “Autumnus è entrato in partnership totale col progetto del Giubileo Open Doors, partito con l’evento di marzo in Vaticano, in collaborazione don il Dicastero per la comunicazione. Il messaggio è quello delle porte aperte del Giubileo, che unisce il cibo, l’arte, la spiritualità e la costruzione di una comunità basata sull’autenticità”. “Non c’è la corsa al successo, ma l’essere autenticamente insieme per la passione, per i doni della terra, quindi in pieno spirito Laudato si’. Autumnus è una delle più belle espressioni dell’enciclica di Papa Francesco”, prosegue Beltrami, richiamando l’idea di una “ecologia integrale” che pone “l’essere umano al centro, la terra, i prodotti della terra, l’attenzione allo scarto e l’arte del cibo, del vino, del pane”.

Lia Beltrami
Lia Beltrami

Trento ritrovata

Il festival è anche occasione di riscoperta urbana e identitaria. “Abbiamo riaperto dei palazzi che erano chiusi da anni - spiega Lazzeri - la Torre della Tromba, la sede dell’ex municipio, la torre civica che si affaccia su piazza Duomo. È una ricerca nel riappropriarsi di patrimoni storici e culturali infiniti”. Sotto la città contemporanea vive la Tridentum romana, che si disvela come memoria concreta di una continuità. “Bisogna tornare un po’ indietro, apprezzare di più i frutti della terra e il lavoro dell’uomo che porta al prodotto genuino”, dice Lazzeri. È la “normalità” che diventa valore culturale.

Uno stand propone il cibo dell'antica Tridentum romana
Uno stand propone il cibo dell'antica Tridentum romana

Radici e futuro

Per Lia Beltrami, “a partire dalle radici profonde è la proiezione verso il futuro: una società nuova è possibile, basata sul bello, sul buono e sul vero. E questo è Autumnus”. Un messaggio che viaggia, insieme al festival, oltre i confini: dal Vaticano a Davos, fino a Los Angeles. “Collaborazione, apertura e autenticità” sono le chiavi di un percorso che dal cuore del Trentino si apre al mondo.

Marianna Beltrami e Massimiliano Corrà
Marianna Beltrami e Massimiliano Corrà
Ascolta l'intervista a Massimiliano Corrà

Il respiro del bosco

All’interno di Autumnus, il dialogo con la natura si conferma negli incontri e nei “picnic” che propongono un modo rinnovato di vivere in comunità la natura. Massimiliano Corrà parla di Forest Bathing, esperienza di immersione nella foresta e nella propria interiorità. “Consiste nell’immergersi nei boschi o nella natura, ma anche nella nostra natura - spiega Corrà - una disciplina che trae origine dal Giappone, dove le foreste da sempre sono sacre”. Il cammino lento, l’ascolto dei sensi, il ritorno a sé: “Camminando, riconoscendo le cose più semplici nei loro piccoli dettagli”, si ritrova la connessione con il creato. È la stessa attitudine che attraversa Autumnus: ritrovare il tempo dell’ascolto, la profondità delle radici e la gioia di condividere.

Il libro di Massimiliano Corrà edito da Poliedricamente
Il libro di Massimiliano Corrà edito da Poliedricamente

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21 ottobre 2025, 14:30