Il sogno di Martin Luther King raccontato in una mostra alla Sapienza
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Due brani audio, tratti dallo storico discorso pronunciato da Papa Paolo VI nella prima visita di un Pontefice alle Nazioni Unite, il 4 ottobre 1965, con il suo accorato appello: "Non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell'intera umanità!". Poi un brano tratto dalla registrazione dell'omelia di Montini in ricordo di Martin Luther King, tre giorni dopo il suo assassinio avvenuto il 4 aprile 1968, e infine la riproduzione di diverse pagine de L'Osservatore Romano e de L'Osservatore della Domenica, dal 1963 al 1968, che dedicano un momento significativo delle battaglie dello storico attivista ed alla circostanza della sua morte. È questo il significativo contributo dell'Archivio Editoriale Multimediale del Dicastero per la Comunicazione, alla mostra su Martin Luter King che si è aperta oggi al Museo di Scienze della Terra, presso Sapienza Università di Roma e che sarà visitabile fino al prossimo 15 gennaio. L'iniziativa è promossa dalla Fondazione Changes e in collaborazione con AGI, Agenzia Giornalistica Italia.
La percezione del messaggio di King in Italia
“Questo doppio percorso vuole illustrare la storia biografica, religiosa e politica di Martin Luter King", spiega Irene Baldriga, docente di museologia, didattica del museo e critica d'arte alla Sapienza e curatrice della mostra. "A questo percorso iniziale che racconta la lotta degli afroamericani per i diritti civili, noi abbiamo affiancato anche un percorso italiano, frutto di un intenso lavoro di ricerca, per quale impatto il messaggio di King ha avuto in Italia, e qual è stata la percezione nel Paese di tutto ciò che stava succedendo in America in quegli anni. Ne è emerso un quadro molto interessante. Infatti in Italia sin dagli anni quaranta c'è una vicinanza alla causa degli afroamericani e dei loro diritti”. Questo fu abbracciato soprattutto nei circoli letterari. Personaggi come Vittorini, Pavese o una giovanissima Fernanda Pivano, che tradusse “I figli dello zio Tom”, e successivamente il testo “Lo zio Tom è morto”, espresso attraverso le loro opere la vicinanza ai neri d'America. “La mostra – continua la curatrice - racconta anche l'importanza che hanno avuto le parti sociali e politiche di ogni schieramento, il ruolo forte del giornalismo, non solo d'inchiesta ma anche cattolico, come L'Osservatore Romano e L'Osservatore della Domenica, attraverso i quali è stato possibile approfondire il rapporto tra King e il mondo cattolico, che era molto solido e significativo, non possiamo infatti dimenticare in primis lo storico incontro avvenuto nel 1964 tra Martin Luter King e Paolo VI, sullo sfondo del Concilio Vaticano II, e ricordiamo che proprio quel Pontefice pochi giorni dopo l'assassinio di King, pronunciò un'omelia molto forte, dove chiese che a guidare i popoli ci fosse la pace non la guerra”.
Un doppio percorso per capire la figura di Martin Luter King
Una mostra che si snoda con un doppio percorso espositivo: “Martin Luther King. Diritto alla libertà” e “Martin Luther King e l'Italia”. Il primo, a cura di Ashley Woods, è incentrato sul movimento per i diritti civili degli afroamericani degli anni '50 e '60 e sulla visione di King di uguaglianza e giustizia attraverso la non violenza. Il percorso, per la prima volta presentato in Italia, ha lo scopo di illustrare al grande pubblico la lotta per i diritti umani a livello globale, accogliendo il motto del King secondo cui “tutte le vite sono interconnesse” e “ciò che colpisce direttamente uno, colpisce tutti”. Temi di forte attualità, in particolare l'ideale dei diritti umani globali e della giustizia sociale. Nelle sale è presente una ricca selezione di materiali, tra cui fotografie, oggetti e cimeli, musica, film e cinegiornali, interviste esclusive a personalità legate alla vita e all'opera di Martin Luther King Jr., e un'esperienza digitale interattiva denominata “Dream Builder”.
Una mostra per risvegliare le coscienze
Mentre il secondo che ha come tema “Martin Luther King e l'Italia” vuole raccontare la storia in gran parte inedita della ricezione che il potente messaggio di King incontrerà nel Paese. Il percorso è stato creato dai ricercatori della Sapienza con documenti d'archivio, fonti letterarie, testimonianze dirette e un ampio repertorio giornalistico e multimediale che restituiscono una partecipazione e un senso di consapevolezza ampiamente diffuso in vari ambienti politici e culturali. “Il nostro impegno per questa mostra – sottolinea la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni – va molto oltre l'iniziativa culturale, vuole essere un segno di risveglio della coscienza civile, e chi vedrà la mostra vedrà il forte collegamento tra la nostra università e la figura di King. Il messaggio che speriamo arrivi sia ai nostri studenti ma non solo, anche a tutti coloro che la visiteranno è che la tutela e l'impegno per i diritti deve essere mantenuto sempre”.
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