Via libera dell’Onu alla risoluzione sul piano di pace Usa per Gaza. Hamas la rigetta
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Una risoluzione di portata storica. Così il presidente Usa, Donald Trump, e l'ambasciatore statunitense all'Onu, Mike Waltz, hanno definito il via libera del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite al piano di pace statunitense per Gaza, approvato con la sola astensione di Russia e Cina. Il provvedimento autorizza la presenza di una forza internazionale per la stabilizzazione dell’area, il disarmo di Hamas, la protezione dei civili e la creazione di un corpo di polizia palestinese. Un testo che se per i Paesi favorevoli traccia la strada per l’autodeterminazione della Palestina, per la Cina pecca di punti critici: Pechino nei giorni scorsi aveva presentato una bozza alternativa che non menzionava la smilitarizzazione di Gaza, si opponeva alla permanenza di Israele oltre la “linea gialla”, non citava il piano per l'amministrazione transitoria dell’area e affidava al segretario generale dell'Onu il compito di valutare le "opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione”, togliendole così a Washington.
Il rifiuto di Hamas
Respinge con forza in toto il documento anche Hamas. "Questa risoluzione – ha dichiarato il gruppo islamico – non soddisfa il livello delle richieste e dei diritti politici e umanitari del popolo palestinese", ribadendo che "resistere all'occupazione con tutti i mezzi è un diritto legittimo”.
Il passaggio alla Fase 2
L’Onu vede nell'adozione della risoluzione su Gaza un passo importante nel consolidamento del cessate il fuoco che il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, incoraggia tutte le parti a rispettare. “È ora essenziale – ha aggiunto il Segretario - tradurre lo slancio diplomatico in misure concrete e urgenti sul campo", sottolineando l'importanza di “procedere verso la fase 2 del piano Usa, che porti a un processo politico per il raggiungimento della soluzione a due Stati". Un'opzione sulla quale il ministro della Sicurezza israeliana, Itamar Ben Gvir, ha già lanciato minacce: se venisse concretizzata, “Israele sarebbe pronto all’arresto del presidente Mahmūd Abbas e all’uccisione di alti funzionari palestinesi”. Parole duramente condannate dall’Autorità Nazionale Palestinese che le definisce “incendiarie”.
Nuovi attacchi israeliani
Sul campo, intanto, la tregua resta instabile: raid con droni israeliani hanno ferito almeno 13 civili palestinesi nel quartiere di Daraj, a est della città di Gaza. A riferirlo, l'agenzia di stampa palestinese WAFA che racconta di un aeromobile quadrirotore israeliano che avrebbe sganciato un ordigno esplosivo su un gruppo di sfollati nei pressi della scuola Asad As-Saftawi.
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