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Il presidente della Corte d'appello, monsignor Alejandro Arellano Cedillo, con i giudici Il presidente della Corte d'appello, monsignor Alejandro Arellano Cedillo, con i giudici

Processo d’appello vaticano, seconda udienza su quattro questioni preliminari

Due ore, questa mattina, nella nuova Aula del Tribunale vaticano per l’esame di alcune eccezioni presentate da accusa e difese: la nullità di citazione in giudizio di Torzi, l’invalidità dell’appello di Marogna, la rinuncia al ricorso di Asif, la richiesta di “inammissibilità”, da parte dei legali degli imputati, dell’appello del promotore Diddi. Su questo punto l’Ufficio del Promotore presenterà una memoria domani. Prossima udienza giovedì 25 settembre

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Una udienza tecnica, incentrata su questioni preliminari, la seconda del processo di appello per la gestione dei fondi della Santa Sede che si è svolta questa mattina, 23 settembre, nella nuova Aula del Tribunale vaticano. Poco più di due ore la durata della seduta alla quale erano presenti tre degli imputati in primo grado: il cardinale Giovanni Angelo Becciu, l’ex funzionario dell’Ufficio amministrativo, Fabrizio Tirabassi; Enrico Crasso, ex consulente finanziario della Segreteria di Stato. Assente il promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, dopo l’istanza di ricusazione presentata durante la prima udienza di ieri dalle difese di quattro imputati, sulla quale si aspetta il pronunciamento della Corte di Cassazione vaticana. In aula a rappresentare l’Ufficio, l’avvocato Roberto Zannotti, promotore aggiunto.

Richiesta di nullità di citazione in giudizio di Torzi

Il presidente della Corte d’appello, monsignor Alejandro Arellano Cedillo, ha aperto l’udienza alle 9.22 e ha subito introdotto l’esame delle questioni preliminari. Quattro, esattamente. La prima riguardante la nullità di citazione in giudizio di Gianluigi Torzi, il broker anglo-molisano, condannato in primo grado a 6 anni e 6 mila euro di multa, più interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sottoposizione a vigilanza speciale per un anno. Mentre il promotore ha chiesto di insistere nel rigetto, l’avvocato difensore di Torzi, Mario Zanchetti, ha affermato che “ci sarebbero i termini per una invalidità” relativa alla notifica di rinvio a giudizio al broker perché il 5 giugno 2020, quando il suo assistito fu sottoposto a misura cautelare personale, “non fu fatta una elezione di domicilio presso la Cancelleria”. Il risultato, secondo Zanchetti, “è che le email della Cancelleria del Tribunale non sono mai arrivate sulla posta elettronica di nessuno di noi… Resta una invalidità della notifica a Torzi”. Zannotti ha fatto riferimento alla legislazione vigente per affermare che appare “infondata” la questione sollevata da Zanchetti.

"Inammissibilità" del ricorso di Marogna

Scambi di e-mail sono stati pure al centro della questione relativa alla “inammissibilità” dell’appello di Cecilia Marogna, la manager sarda condannata dal Tribunale di prima istanza a tre anni e 9 mesi e alla interdizione temporanea per uguale periodo. Sempre il promotore Zannotti ha contestato il fatto che la presentazione della impugnazione di Marogna sia avvenuta tramite posta elettronica, laddove il Codice di Procedura penale, risalente al 1913 e attualmente in vigore, prevede per atti del genere la presentazione fisica in Cancelleria. “È come se l’impugnazione della difesa Marogna non fosse mai stata presentata”, ha spiegato.

Giuseppe Di Sera, difensore della manager, ha ribattuto affermando di avere le prove della ricevuta ricezione: l’impugnazione è stata confermata “dallo stesso indirizzo e-mail a cui la difesa ha mandato la dichiarazione” e dal quale hanno ricevuto altri riscontri. “Si cerca di estromettere Marogna da questo dibattimento”, ha affermato Di Sera, chiedendo di “rigettare la richiesta” del promotore. Pronta la replica di Zannotti: “Esiste un solo metodo di impugnazione” ed è “tassativo”: la deposizione in Cancelleria.

Le difese chiedondo l'invalidità dell'appello del promotore Diddi

Rapida la terza questione preliminare, la rinuncia al ricorso da parte dell’Autorità di Supervisione e Informazione finanziaria (ASIF). “L’Autorità concorre con la sentenza in primo grado”, ha dichiarato la legale, Anita Titomanlio.

Maggiore spazio, invece, alla questione della “inammissibilità” dell’appello proposto dal promotore di Giustizia, Alessandro Diddi. Un punto esposto dall’avvocato Massimo Bassi, difensore di Tirabassi, al quale si sono associate tutte le difese. Per loro il ricorso di Diddi sarebbe invalido per questioni di forma e tempistica. In sintesi – secondo quanto è stato spiegato in aula - il Codice di Procedura penale stabilisce che il ricorso vada presentato entro 3 giorni dalla sentenza di primo grado, mentre le relative motivazioni sono da presentare entro 8 giorni dalla stessa sentenza. In quel caso, si possono poi integrare le motivazioni entro cinque giorni dall’inizio del processo d’appello. “L’altra via”, si è detto, è che richiesta d’appello e motivazioni siano presentate entro cinque giorni dalla fissazione del processo (in questo caso avvenuta nel marzo 2025).

Gli avvocati difensori sostengono che Diddi non ha presentato un vero e proprio ricorso, ma solo la sua requisitoria. Quanto alla tempistica, il promotore avrebbe depositato gli “addenda” alle motivazioni cinque giorni prima dell’inizio del processo e non cinque giorni dopo la fissazione della data. Bassi e altri avvocati hanno richiamato sentenze di vecchi processi in Vaticano per corroborare la tesi della inammissibilità dell’appello del promotore. Nel caso in cui tale ricorso venisse respinto, le assoluzioni in primo grado passano in giudicato e tutto il processo d’appello si concentrerà sulle sole condanne (con la possibilità che duri di meno)

Nuova memoria

La Corte ha annunciato a quel punto la sospensione dell’udienza per 15 minuti, diventati poi 70. “Chiedo scusa, abbiamo avuto un problema tecnico con le stampanti”, ha chiarito Arellano. E ha dato subito parola a Zannotti che ha domandato, a fronte delle eccezioni sollevate dalle diverse difese, di poter depositare una nuova memoria. L’Ufficio del Promotore di Giustizia “si impegna” a presentarla in Cancelleria domani entro le ore 13, ha assicurato. Il presidente della Corte ha quindi annullato l’udienza di domattina. L’appuntamento è per giovedì 25 settembre.

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23 settembre 2025, 14:00