Monsignor Luis Manuel Alí Herrera, segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori Monsignor Luis Manuel Alí Herrera, segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori 

Alí Herrera: la riparazione delle vittime è la condizione per la loro giustizia

Il segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori illustra i punti salienti del Secondo Rapporto Annuale sulle politiche e le procedure di tutela nella Chiesa, presentato il 16 ottobre 2025

Sebastián Sansón Ferrari – Città del Vaticano

L’impegno della Chiesa per la protezione dei minori e delle persone vulnerabili continua a rafforzarsi, grazie all’ascolto e al contributo delle vittime. Lo sottolinea monsignor Luis Manuel Alí Herrera, segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che in un colloquio con Vatican News approfondisce i temi centrali del Secondo Rapporto Annuale sulle politiche e le procedure di tutela nella Chiesa, pubblicato giovedì 16 ottobre 2025.

Un processo più ampio e partecipativo

Questo secondo rapporto, spiega monsignor Alí Herrera, amplia in modo significativo la metodologia del precedente, soprattutto grazie al coinvolgimento di gruppi di vittime provenienti dai cinque continenti. “In questa edizione hanno partecipato quaranta gruppi di vittime di America, Europa, Africa, Asia e Oceania. Ci hanno aiutato in quella che riteniamo una delle metodologie più feconde di questo rapporto annuale. Sono stati il cuore del processo, perché il loro racconto ci permette di comprendere con maggiore profondità il senso della riparazione e della prevenzione”. Il documento raccoglie inoltre informazioni provenienti non solo dalle Conferenze episcopali, dalle comunità religiose e dai dicasteri vaticani, ma anche dalle nunziature apostoliche e dai rapporti delle Nazioni Unite sulla violenza contro l’infanzia e l’adolescenza.“La tutela - sottolinea il presule - deve avere uno sguardo globale e realistico: è un impegno di tutta la Chiesa”.

La riparazione integrale: ascoltare, accompagnare e sanare

Uno dei nuclei più significativi del rapporto è il concetto di riparazione integrale, elaborato a partire dal dialogo con le vittime e dal confronto con esperti internazionali. “Le vittime ci hanno mostrato che cosa hanno vissuto in tema di riparazione. Confrontandoci con uno dei massimi studiosi in materia, il professor Smolin, abbiamo sviluppato nel rapporto una proposta concreta”. Monsignor Alí spiega che, a partire da questo percorso, la Commissione ha individuato diverse iniziative già avviate all’interno della Chiesa: “Sono state già messe in atto varie proposte che tengono conto della riparazione integrale. Le vittime insistono: non si tratta soltanto di un indennizzo economico. È necessario anche il linguaggio simbolico della riparazione, l’inclusione delle vittime in tutti i processi di prevenzione e un ascolto più attento in ogni fase dei processi canonici”. Secondo il segretario, in alcune Chiese locali questo lavoro è ormai consolidato, in altre è solo agli inizi. “Dobbiamo aiutare a prendere coscienza di che cosa significhi davvero una riparazione integrale. È uno dei temi – afferma - più ricorrenti nelle visite ad limina”.

Verso un quadro universale di linee guida

Tra i progressi evidenziati da monsignor Alí vi è anche l’elaborazione di un quadro universale di linee guida per la protezione dei minori e delle persone vulnerabili, in attuazione del mandato ricevuto da Papa Francesco attraverso la costituzione Predicate Evangelium. “Il Dicastero per la Dottrina della Fede ci ha consegnato delle linee guida e ci ha detto: questo è ora compito vostro. Siete voi i responsabili delle politiche di prevenzione nella Chiesa.” La Commissione, aggiunge, lavora da tre anni a questo progetto: “Speriamo di poter presto offrire alla Chiesa un insieme di linee guida che indichino principi non negoziabili per tutte le politiche di prevenzione, criteri adattabili alle diverse culture e indicatori più concreti per la loro attuazione”. Alla domanda sui principi fondamentali di tale quadro, monsignor Alí risponde con fermezza: “La protezione dei bambini, delle bambine e degli adolescenti nella Chiesa è un principio non negoziabile, è un’opera fondamentale. E aggiungo un secondo principio: l’assistenza, l’accompagnamento e l’ascolto attento delle vittime sono anch’essi non negoziabili”.

Il sostegno e la continuità di Papa Leone XIV

Monsignor Alí Herrera ha espresso particolare riconoscenza per il sostegno costante di Papa Leone XIV, che nei soli cinque mesi del suo pontificato ha ricevuto la Commissione in quattro occasioni. “Siamo pieni di speranza, molto contenti per tutto il sostegno che ci ha dato Papa Leone. In cinque mesi ci ha ricevuti in udienza quattro volte… Per il Santo Padre questa è una priorità”. Il prelato sottolinea la vicinanza e la sensibilità del Pontefice: “È consapevole della necessità di snellire i processi canonici. Sa quanto sia indispensabile un lavoro molto delicato e serio per il bene di tutte le persone coinvolte. Ci siamo sentiti sostenuti dal Papa Leone in ogni proposta presentata, e lo abbiamo trovato sempre attento”.

Una Chiesa che impara a prendersi cura

Il Secondo Rapporto Annuale — conclude monsignor Alí — non è un documento tecnico, ma l’espressione dell’impegno ecclesiale per la giustizia, l’ascolto e la guarigione. “La riparazione deve diventare un capitolo fondamentale delle linee guida di ogni Chiesa. Non basta la prevenzione, né il solo accompagnamento delle comunità: è necessaria una riparazione integrale”. Con speranza, il segretario della Commissione ribadisce che il processo resta aperto e chiede la partecipazione di tutti: “Ogni passo verso la trasparenza, la prevenzione e la riparazione è un passo verso il Vangelo. La tutela non è compito di pochi, ma missione di tutti.”

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16 ottobre 2025, 15:26